giovedì 14 gennaio 2010

Terremoto nelle Marche



Le recenti scosse di terremoto che hanno colpito le Marche e il disastro causato dal sisma ad Haiti hanno messo in apprensione la popolazione delle nostre terre.
Al di là degli aspetti tragici, i terremoti sono eventi naturali che devono essere studiati per capirne l'evoluzione e prevenirne in parte le disastrose conseguenze.
Proprio a questo scopo si segnala il sito dell' INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) http://www.ingv.it/.
Ricavando dal sito dell'INGV le coordinate geografiche (longitudine e latitudine) e con un semplice copia e poi incolla su google maps è possibile vedere da satellite l'esatto epicentro del sisma.

mercoledì 6 gennaio 2010

Cecco d'Ascoli e i Sibillini


Francesco Stabili, di Simeone, meglio noto come Cecco d'Ascoli (Ancarano, 1269 – Firenze, 16 settembre 1327), è stato un poeta, medico, insegnante e astrologo/astronomo e filosofo (al tempo non vi era distinzione fra astronomia e astrologia) italiano.
All'età di diciotto anni, in Ascoli Piceno, entrò nel monastero di Santa Croce ad Templum, centro propulsore dell' esoterismo templare della Marca Meridionale.
Cecco, nel 1309 a Firenze, fu astrologo di corte di Carlo II d'Angiò.
Si ristabilì a Firenze nel novembre 1314, poi fu a Bologna dove nel 1324 insegnava alla facoltà di medicina dell'Università di Bologna e qui subì la prima condanna per aver fatto dei commenti negativi sulla religione cristiana, condanna che consistette in una grossa multa, la perdita del lavoro, il sequestro di tutti i suoi libri di astrologia ed un certo numero di preghiere obbligatorie. La condanna fu data dall'inquisitore domenicano Lamberto da Cingoli. L'ammirazione di studenti e colleghi era però tale che dietro loro pressione l'anno dopo, nel 1325, Cecco riebbe la cattedra universitaria e venne addirittura promosso di livello.
Va ricordato che durante il periodo bolognese ebbe un breve soggiorno ad Avignone, presso la corte papale come medico personale di Papa Giovanni XXII.
Nel 1326 Carlo duca di Calabria, figlio primogenito del re Roberto d'Angiò (1309-1343) lo nominò medico di corte.
I suoi studi di astrologia ruotavano attorno ai commenti sul De principiis astrologiae del musulmano Alcabizio e il De sphaera mundi di Giovanni Sacrobosco.
Si interessava di astrologia ed entrò in sospetto del duca dopo un oroscopo negativo sulla di lui figlia (la futura Giovanna regina di Napoli, detta "la pazza").
Compose il poema L'Acerba, trattato filosofico-scientifico in volgare che, nelle intenzioni, doveva contrapporsi alla Divina Commedia, ma che rimase incompiuto dopo la condanna al rogo di Cecco per "errori contro la fede". Cecco d'Ascoli segue quindi la medesima sorte di altri intellettuali del suo tempo, come ad esempio Pietro d'Abano, dediti allo studio dell'astrologia e dell'alchimia, discipline non ufficialmente vietate ma che spesso potevano sfociare in dottrine eretiche.
Fu condannato al rogo dall'Inquisizione e morì arso davanti alla chiesa di Santa Croce a Firenze il 16 settembre 1327. Tra i sei giudici che emisero la sentenza figurava anche Francesco da Barberino, autore dei Documenti d'Amore (Documenta Amoris). L'inquisitore che lo condannò fu Frate Accursio.
Tradizione vuole che la forte e multiforme personalità di Cecco sembrò resistere anche alle fiamme del rogo; qualcuno lo sentì urlare così: “L’ho detto, l’ho insegnato, lo credo!”.

Il più antico documento e il rapporto con i Sibillini

Il documento autentico più antico riguardante Cecco d'Ascoli (Francesco Stabili) è una pergamena conservata presso l'Archivio Comunale di Amandola, località in provincia di Ascoli Piceno e riguarda una denuncia di istanza per una inquisizione, presentata, in data 6 agosto 1297, dal priore del monastero di San Leonardo in Golubrio (Montefortino - AP) il cui testo dice:
Actum Amandule in domo Co(mmun)is Amand(ole). Dopnus Benvenutus prior Monasterii Sancti Leonardi de Galubrio existentis coram Sap. Viro Dno Nicola Dni Pauli de Macerata Iudice d(icti) Co(mmun)is dixit et asseruit et etiam cum istantia petit ab eodem Iudice ut ipse iudex procederet et inquireret contra Franciscum Stabilis de maleficiis commissis in personam Brocardini (...) cum d(ictus) Franciscus esset laycus et non oblatus nec conversus dicti Monasterii.
Il legame tra Cecco d’Ascoli e i Sibillini è ulteriormente provato dalle dicerie popolari che si sono tramandate nel tempo, secondo le quali il noto personaggio si recò al Lago di Pilato (unico lago naturale delle Marche posto in cima al Monte Vettore) per consacrare al Diavolo il Libro del Comando.